Si svendono emozioni

Buonasera ragazzi!
Era da un pò che avrei voluto aprire questa discussione ed ora (alle ore 23 e 39 u.u) è il momento!

Avete notato come, ultimamente, la televisione non faccia altro che "sbattere in faccia", attraverso programmi specifici, che pare facciano una marea di ascolti, il dolore della gente?
Il dolore, la sofferenza, ciò che più è abberrante, disgustoso..
Due velocissimi esempi: Non so se vi è mai capitato di accendere la tv il lunedì sera su Italia 1 e guardare per un pò "Bisturi". Per chi non lo avesse mai visto, questo programma dimostra, fondamentalmente, quanto la chirurgia estetica sollevi l'autostima degli individui che decidono di farne uso. Tra la storiella della ragazzina che decide di fare una mastoplastica additiva e quella del ragazzo cui viene praticata una rinoplastica, ecco che spunta la storia di uomini, donne e bambini affetti da malformazioni varie o vittime di incidenti. Chirurgia estetica per il "bello" e per il "buono" al contempo. Insomma..un gran brodo.
Dopo le prime puntate, le storie della povera gente che si ritrova costretta a fare un uso a volte estremamente rischioso della chirurgia estetica sono aumentate.
E dunque ecco il povero mr X, con il volto tumefatto e violaceo (partono una serie di immagini, video e quant'altro), poi mrs Y, vittima di un tragico incidente stradale (e via altre immagini sconfortanti), poi ancora miss Z e miss J, con le facce ed i corpi lucidi come fogli d'acetato...
Tutto schifosamente messo lì, accanto alla teenager che si lamenta del suo fondoschiena troppo piatto, a causa del quale non può davvero sfondare nel mondo della tv!

Secondo, piccolo esempio. Il nuovo programma di quel tipo calvo (di cui non ricordo il nome) che un tempo faceva parte del cast delle iene. Il programma si chiama "Invincibili".
Vi premetto che non l'ho ancora visto, ma la pubblicità parla chiaro: musichina di sottofondo "desta-emozioni" ed immagini di gente affetta da ogni tipo di male.


Perché? Perché si è giunti ad una tale commercializzazione del dolore?
Il dolore, che dovrebbe essere una dimensione estremamente personale, individuale, è diventato proprietà di tutti. Ed in primis della gente che, spaparanzata sul divano, tra un "Oh, guarda, anche la Canalis si è rifatta le tette!" ed un "Ma sai che si è lasciata con Clooney?", scuote la testa e commenta distrattamente "Povera, povera gente.."

Stanno cercando di destare in noi un senso di commiserazione, forse?
Commiserazione che, mi domando, a cosa possa portare.
(...Sicuramente all'aumento degli ascolti nelle reti Mediaset, questo sì)
E' un gioco infimo, che non potrà portare a nulla se non alla svendita delle emozioni. In primis delle emozioni di chi, a questo gioco, si presta, mettendoci la faccia. E, secondariamente, delle NOSTRE emozioni, che finiscono per appiattirsi sullo schienale della poltrona che ci ospita, intervallando di volta in volta ai nostri silenzi confuse frasi di circostanza.
"Poverino.." "Ma guarda lì..." "Incredibile.."
Osserviamo una parvenza di dolore, che viene spacciato per reale.



Io non so più dove andremo a finire di questo passo. Voi, ragazzi, cosa ne pensate?

Orami ci ho fatto l'abitudine... È l'alternativa di livello culturale più che basso per le menti sopite di troppi italiani, a ciò che era il pathos delle tragedie dell'antica Grecia. Ovviamente ci sono Km di distanza, però è quella l'idea di fondo (più o meno). Ciò non toglie il disgusto provato.

Lunastorta ha scritto:

Tutto schifosamente messo lì, accanto alla teenager che si lamenta del suo fondoschiena troppo piatto, a causa del quale non può davvero sfondare nel mondo della tv!

Qui avrei messo il passivo, ma poi sono il solito volgare.

mtmd ha scritto:

Orami ci ho fatto l'abitudine... È l'alternativa di livello culturale più che basso per le menti sopite di troppi italiani, a ciò che era il pathos delle tragedie dell'antica Grecia.

Lunastorta ha scritto:

Tutto schifosamente messo lì, accanto alla teenager che si lamenta del suo fondoschiena troppo piatto, a causa del quale non può davvero sfondare nel mondo della tv!

Qui avrei messo il passivo, ma poi sono il solito volgare.

Ahahahah davvero bella puntualizzazione Mat!

Ormai ognuno è troppo preso da se stesso per curarsi dei dolori altrui. Quante vite sconvolte,quante anime perse,quanti cuori infranti incontriamo ogni giorno per strada? Ci imbattiamo quotidianamente in persone con tragedie sulle spalle più o meno evidente.. Ma l'opportunismo e l'egoismo hanno messo radici troppo profonde nell'animo di tutti.. Il dolore di chi ci è vicino,ma con cui non abbiamo alcun rapporto,ci fa paura.. Nessuno vuole più fastidi,preoccupazioni superflue,nemmeno regalare un sorriso a chi è malato di solitudine.. I tipi di dolori sono troppi,e nessuno ha la voglia di sprecare energie e tempo per aiutare.. La gente ha creato l'istituzione,ma in realtà le uniche leggi che segue sono quelle meschine che molti in cuor loro si impongono.. Una di queste è sicuramente: do ut des.. Ti do qualcosa affinchè tu mi dia.. Le persone diventano così insensibili al dolore che non li tocca nella realtà.. così,assistendo all’ostentazione delle sofferenze umane in tv,sentono di riscattarsi con quelle frasi di circostanza.. “Poverino”, “Mi dispiace”.. una lacrimuccia e via.. Non si sentono più fautori di grandi negligenze.. La televisione non chiede niente.. è facile assistere al dolore,compiacersi della propria fortuna non dovendo dare niente a nessuno.. Niente carezze,nessun sorriso,nemmeno un attimo.. Perché sprecarsi ad aiutare nella quotidianità,quando si può trarre la propria dose di commiserazione per il mondo attraverso la scatola grigia innocua??

Sonia ha scritto:

Il dolore di chi ci è vicino,ma con cui non abbiamo alcun rapporto,ci fa paura..

Sì, è vero, ci fa paura. La vista di un uomo provato dal dolore, dalla sofferenza, ci tocca quasi allo stesso modo della vista di un barbone, o un immigrato. Giriamo a largo da ciò che non conosciamo, ciò che differisce da noi e dal nostro modo di essere. Insomma, giriamo a largo da ciò che cataloghiamo come "diverso" perché crediamo che rapportarci con esso possa sconvolgere il nostro piccolo, ordinato universo privato.