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 Pazzia, tra creazione e disagio: rivelazione del vero artista.

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3 partecipanti
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Deneb D.

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MessaggioTitolo: Pazzia, tra creazione e disagio: rivelazione del vero artista.    Pazzia, tra creazione e disagio: rivelazione del vero artista.  EmptyVen Lug 08, 2011 1:44 pm

La pazzia è come il paradiso. Quando arrivi al punto in cui non te ne frega più niente di quello che gli altri possono dire... sei vicino al cielo. (Jimi Hendrix)

La pazzia è una forma di normalità. (Luigi Pirandello)

Ciò che scambiate per pazzia non è altro che estrema godezza dei sensi.(Edgar Allan Poe)

Solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo
lo cambiano davvero.(Einstain A.)

Pazzia, uno stile di vita, la normalità, la creazione pura. Ricercare nel profondo, scavare per trovare se stessi, concentrasi su di una parte di sè, è tutto troppo, troppo scontato. Le meraviglie del mondo, gli esempi di bellezza estrema ed irripetibile, ci sono stati offerti da artisti folli, follemmente immanorati dell'arte, folli nella loro lucidità di genio. Cos'è più allora la pazzia? Uno strumento pericoloso, o una via per raggiungere "il cielo"?
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Lunastorta

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MessaggioTitolo: Re: Pazzia, tra creazione e disagio: rivelazione del vero artista.    Pazzia, tra creazione e disagio: rivelazione del vero artista.  EmptyVen Lug 08, 2011 2:19 pm

Mmm aspetta, ci vuole una puntualizzazione..Quando parliamo della follia di alcuni artisti si parla di malattia come, per citare nuovamente uno dei più grandi artisti di sempre, Van Gogh. Con lui parliamo di una vera e propria malattia nervosa, che quando si manifestava gli rendeva impossibile l'esercizio della pittura. Oppure, altro grande pittore affetto da malattia (stavolta agli occhi) era Monet, il primo, forse, fra gli impressionisti.
Per quanto riguarda il campo della letteratura, invece, non possiamo non ricordare la grande Alda Merini, affetta da schizofrenia eppure considerata una delle più grandi poetesse moderne.
La "follia", intesa come vera e propria malattia, c'è. Non è uno strumento, a mio parere, né pericoloso né salvifico. Nelle opere di autori come loro si presenta come qualcosa "in più", quel tocco eccezionale che, probabilmente, una mente sana, normale, non sarebbe stata in grado di dare.
Ovviamente normalità intesa come assenza di malattia... Anche perché tra follia e normalità c'è una distanza impercettibile (sempre che questa distanza ci sia..)

Baci!
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Deneb D.

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MessaggioTitolo: Re: Pazzia, tra creazione e disagio: rivelazione del vero artista.    Pazzia, tra creazione e disagio: rivelazione del vero artista.  EmptyVen Lug 08, 2011 2:49 pm

Lunastorta ha scritto:
Mmm aspetta, ci vuole una puntualizzazione..Quando parliamo della follia di alcuni artisti si parla di malattia come, per citare nuovamente uno dei più grandi artisti di sempre, Van Gogh. Con lui parliamo di una vera e propria malattia nervosa, che quando si manifestava gli rendeva impossibile l'esercizio della pittura. Oppure, altro grande pittore affetto da malattia (stavolta agli occhi) era Monet, il primo, forse, fra gli impressionisti.
Per quanto riguarda il campo della letteratura, invece, non possiamo non ricordare la grande Alda Merini, affetta da schizofrenia eppure considerata una delle più grandi poetesse moderne.
La "follia", intesa come vera e propria malattia, c'è. Non è uno strumento, a mio parere, né pericoloso né salvifico. Nelle opere di autori come loro si presenta come qualcosa "in più", quel tocco eccezionale che, probabilmente, una mente sana, normale, non sarebbe stata in grado di dare.
Ovviamente normalità intesa come assenza di malattia... Anche perché tra follia e normalità c'è una distanza impercettibile (sempre che questa distanza ci sia..)

Baci!


Concordo vivamente con te! Tuttavia, io con arte, andavo ad indicare tutte le discipline in generale. La pazzia come malattia vera e propria esiste ovviamente.. Ma molto spesso, l'estati di un emozione, ci rende quasi pazzi, folli, da un punto di vista temporaneo e non cronico.. Questo, parlo per mia esperienza personale, aiuto maggiormente ad esprimere la nostra vera identità, quella che frequantemente abbiamo paura di mostrare e di condividere
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_Giuci_

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MessaggioTitolo: Re: Pazzia, tra creazione e disagio: rivelazione del vero artista.    Pazzia, tra creazione e disagio: rivelazione del vero artista.  EmptyVen Lug 08, 2011 10:03 pm

Dipende dai punti di vista. Ho imparato in questo anno scolastico che persino respirare ha diverse sfaccettature.
Nell'antica Grecia i momenti di follia erano considerati intercessioni delle divinità, che si impossessavano dei corpi dei più indicati e li guidavano verso conoscenze superiori. Queste manifestazioni avvenivano quasi sempre in pubblico, accompagnate da rapporti sessuali di gruppo e vino, bevanda che permetteva agli animi di inebriarsi e sciogliere le catene Socratiche che idealmente trattenevano gli uomini nella loro sfera di convinzioni.
Siamo figli di quella cultura, di quella gente...eppure ci rifiutiamo di accettare tutti gli elementi di quella società che era fondata sul rispetto, sulla diversità, sull'amore tra cittadini.
Quanti personaggi sono stati soffocati dalle nostre stesse mura. Ricordiamo Alda Merini, poetessa italiana che ha dovuto subire le peggiori atrocità in un manicomio...perchè ritenuta "pazza". E' stata abbandonata dalla famiglia per la stessa scintilla che l'ha ispirata nei suoi componimenti.
L'uomo non ama il cambiamento, preferisce ignorare e sopprimere chi è diverso. Resteremo per sempre bloccati dalle catene Socratiche che ci tengono ancorati alla sensibilità umana
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Deneb D.

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MessaggioTitolo: Re: Pazzia, tra creazione e disagio: rivelazione del vero artista.    Pazzia, tra creazione e disagio: rivelazione del vero artista.  EmptySab Lug 09, 2011 12:50 pm

_Giuci_ ha scritto:
Dipende dai punti di vista. Ho imparato in questo anno scolastico che persino respirare ha diverse sfaccettature.
Nell'antica Grecia i momenti di follia erano considerati intercessioni delle divinità, che si impossessavano dei corpi dei più indicati e li guidavano verso conoscenze superiori. Queste manifestazioni avvenivano quasi sempre in pubblico, accompagnate da rapporti sessuali di gruppo e vino, bevanda che permetteva agli animi di inebriarsi e sciogliere le catene Socratiche che idealmente trattenevano gli uomini nella loro sfera di convinzioni.
Siamo figli di quella cultura, di quella gente...eppure ci rifiutiamo di accettare tutti gli elementi di quella società che era fondata sul rispetto, sulla diversità, sull'amore tra cittadini.
Quanti personaggi sono stati soffocati dalle nostre stesse mura. Ricordiamo Alda Merini, poetessa italiana che ha dovuto subire le peggiori atrocità in un manicomio...perchè ritenuta "pazza". E' stata abbandonata dalla famiglia per la stessa scintilla che l'ha ispirata nei suoi componimenti.
L'uomo non ama il cambiamento, preferisce ignorare e sopprimere chi è diverso. Resteremo per sempre bloccati dalle catene Socratiche che ci tengono ancorati alla sensibilità umana

Ben detto!! Io però credo che dalle "catene socratiche" ci si possa sciogliere, basta solo avere delle vedute più ampie, andare oltre la semplice apparenza, e tentare di comprendere la vera essenza delle cose, dell'arte, il cui significato cambia a seconda delle persone. Secondo alcuni, la poesia, ad esempio, deve seguire canoni specifici e complessi, non deve allontanarsi dalle regole prestabilite.. Per altri invece, la poesia è come un fiume in piena, una valanga di pensieri che liberano l'autore, ritraendo sulla carta tutto il suo mondo.. Appunto come hai detto tu.. Dipende dai punti di vista!
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