Centro storico di Monopoli, davanti al noto caffè Venezia, sotto le stelle. E’ il
setting della prima di un nuovo ciclo di presentazioni dell’antologia di Scrivoanchio, che vedrà i finalisti pugliesi impegnati prossimamente anche alla lega navale di Trani e a Cisternino.
L’atmosfera che si respira in piazzetta Garibaldi, a poca distanza dal castello del paese, è sin dal pomeriggio viva e palpitante; invita i finalisti ad interloquire con il presentatore Carmelo Gallo già da prima dell’inizio della serata, e li espone alla stampa, incarnata dall’Eco di Alberobello, che rivolge loro numerose domande sulla scrittura e sul concorso poco prima dell’orario di apertura della serata.
La “seduta letteraria" si apre con un video costituito da alcune immagini del soggiorno ad Alberobello dell'anno passato; la melodia e le parole che accompagnano lo scorrere delle gioiose immagini della scorsa edizione del Concorso sembrano risuonare, soffusamente, nel discorso iniziale scritto dal direttore Mino Grassi. Dopo la sua lettura, gentilmente, l'oggetto d'attenzione della presentazione si sposta sulla prima finalista presente, protagonista del salotto: si tratta della nostra Francesca, con il suo racconto
La melodia della mia vita. La discussione che ne nasce con Carmelo, il presentatore dell'evento, intreccia la scrittura e la musica in un’unica essenza, a cui Francesca da forma nel suo racconto, letto da Paolo Panaro.
Alla
melodia segue il
sorriso del finalista Matteo “Curdunne” Rodio, immediatamente riconosciuto dal presentatore per la solita, affabile espressione a trentadue denti. In questo caso si parla di futuro, di un piano per salvare la Terra dall’inquinamento e dalla scelleratezza dei suoi abitanti… tutti argomenti a cui Matteo da voce nel suo racconto positivista,
Il Sorriso più grande. Anche la sua opera viene interpretata, alla fine dell’intervista, da Paolo, con l’espressione di un esperto che ha recitato nella sua carriera centinaia di storie.
Arriva quindi il momento di presentare alcuni laboratori di quest’anno, compito del Guru Mino Grassi, Direttore del concorso, nonché Primo Sognatore e pioniere di questa avventura. Grazie a lui, il pubblico della serata viene informato delle particolarità costituenti il poliedrico universo creativo con cui i finalisti di quest’anno verranno a contatto.
Nonostante il “gelato cattivo” che non apprezzava la voce di Carmelo, facendo le “bizze” solo durante il suo turno, la serata continua con l’intervista di Patrizia Pisanello, sostenuta con notevole
feeling dalla docente d’inglese del suo Liceo.
Iris, il racconto di cui Patrizia delinea la trama, esplora l’intrigante, spesso insondabile oceano in cui si muove la nave dell’Arte giovanile contemporanea, talvolta dirottata da incompetenti verso i nordici ghiacci del congelamento creativo. Le domande che vengono rivolte dal presentatore, come sempre, sono poche ma intense. La lettura interpretativa rispecchia perfettamente le emozioni trasmesse dalla nostra amica finalista.
Arriva il momento di “pedalare” insieme ad Alessandro Sasso, che si aggiudica il microfono e, brevemente, spiega il suo racconto
La prima bicicletta, un racconto a metà tra il metafisico e il weird. L’argomento su cui il finalista in particolare si sofferma riguarda la figura del
deus, personaggio del suo racconto, che viene spogliato della sua felicità e onnipotenza, e che, al posto di risolvere l’intreccio della storia in cui viene calato (come nelle commedie greche), rimane intrappolato nella
machina.
Carmelo decide di chiudere l'intervista senza rivolgere domande, lasciando nuovamente la parola al Direttore Mino per la conclusione della serata a cielo aperto.
I coraggiosi finalisti si aggiudicano, insieme al bellissimo ricordo dell’evento, una T-shirt di Scrivoanchio.it a testa, colorata e molto comunicativa, anche se, forse, un po’ corta per alcuni di loro.
Alessandro Sasso
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